Le ginestre sono tipiche di molte associazioni vege- tali della macchia mediterranea; in area vesuviana caratterizzano fortemente ampie zone del Parco, tanto che il giallo intenso della loro fioritura rappresenta il colore dominante dei paesaggi vesuviani in primavera.
Si tratta di specie appartenenti alla famiglia delle leguminose, molte delle quali mostrano una elevata capacità di colonizzare ambienti scoperti anche difficili, e per questo assumono un ruolo importante nella colonizzazione vulcanica, come emerge anche nella ricerca “Influenza dell’aumento della temperatura sulle cenosi vegetali pioniere del Vesuvio” finanziata dal Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare attraverso la “Direttiva Biodiversità”.
Nel parco le specie più rappresentative sono la Ginestra odorosa, la Ginestra dei carbonai e la Ginestra dell’Etna.
© Carlo Falanga
La Ginestra odorosa (Spartium junceum) è un arbusto che preferisce ambienti di gariga in stazioni soleggiate; fiorisce da maggio a luglio con fiori grandi e molto profumati, di un giallo brillante. I rami contengono un tessuto molto fibroso da cui si estrae una materia tessile di eccellente qualità.
I Cartaginesi la utilizzavano per tessere le vele per le navi. La Ginestra dei carbonai (Citisus scoparius) ha l’aspetto di un cespuglio di piccole e medie dimensioni, ricco di rami e di germogli; preferisce ambienti caldi, fiorisce da agosto ad ottobre con fiori ermafroditi di un giallo intenso.
I rami, poco infiammabili, venivano utilizzati per fabbricare scope e per ricoprire la parte più alta delle carbonaie, in modo tale che le cataste di legna bruciassero lentamente trasformandosi in carbone.
La Ginestra dell’Etna (Genista aetnensis) deve il suo nome all’area di provenienza: si tratta infatti di una pianta endemica della Sicilia, che cresce in particolare sull’Etna, fino oltre i 2.000 metri. È stata introdotta dall’uomo sul Vesuvio a partire dal 1906, per consolidare i versanti vesuviani nudi ed assolati ed agevolarne la ricolonizzazione vegetale.