Con il termine di macchia mediterranea si indicano formazioni vegetali composte da arbusti e piccoli alberi (massimo 4-5 metri), generalmente sempreverdi, talora profumati, che creano una fitta ed intricata vegetazione, con composizione floristica molto variabile dovuta al tipo di substrato, a fattori climatici e topografici ed alle attività umane.
La macchia è comunque tipica delle regioni che si affacciano sul bacino del Mediterraneo, caratterizzate da inverni temperati-umidi ed estati calde e aride. Si presenta solitamente con una elevata biodiversità floristica: lo strato arboreo è costituito prevalentemente dal Leccio, associato ad altre piante caducifoglie (Roverella, Terebinto, Albero di Giuda, Orniello,etc.), mentre numerose sono le specie arbustive (Fillirea, Mirto, Corbezzolo, Alloro, Viburno, Alaterno, Lentisco, Cisto, diverse Ginestre ecc.).
Gli arbusti della macchia sono in genere xerofili, con foglie piccole e coriacee (Leccio, Lentisco), ridotte a squame o addirittura assenti; il loro ciclo biologico li pone in riposo vegetativo nel periodo estivo, quando l’aridità del clima si fa più accentuata.
La macchia presente sul Vesuvio è tipicamente poco fitta, costituita prevalentemente da Ginestre a cui si accompagnano soprattutto la Romice, la Valeriana e l’Elicriso; laddove la pendenza è accentuata si sviluppano solo radi popolamenti di Romice e Ginestra arborea dell’Etna, frutto di interventi forestali risalenti al secolo scorso.
© Carlo Falanga
Il Bosco Misto Mesofilo
I boschi misti mesofili sono formazioni forestali di diverse specie arboree che crescono prevalentemente laddove il clima è fresco e umido, privilegiando le fasce montane.
Nel Parco Nazionale del Vesuvio formazioni boschive mesofile sono presenti prevalentemente sul versante sommano, più umido e fresco di quello vesuviano, e sono caratterizzate principalmente da Castagno, che abbonda soprattutto nella fascia meno elevata, da Roverella, Nocciolo, Carpino nero e da due endemiti, ovvero specie a limitata diffusione e caratteristiche dell’area: l’Acero napoletano, endemico della Campania, e l’Ontano napoletano, endemico dell’Italia meridionale peninsulare.
In alcune piccole stazioni relittuali nell’Atrio del Cavallo, nella Valle del Gigante e sul Monte Somma, è possibile incontrare anche piccoli nuclei di Betulla, testimonianza di climi più freddi del passato.
Il sottobosco è tipicamente ricco di specie erbacee ed arbustive, (Biancospino, Rosa selvatica, Pungitopo, Festuca), e numerose specie di orchidee selvatiche.
Prima della grande eruzione del 79 d.C. che distrusse Pompei ed Ercolano, il Vesuvio era ricoperto da estesi boschi mesofili: oggi si trovano prevalentemente sui versanti del Monte Somma a partire dai 400 metri di quota.