Carta Europea per il Turismo Sostenibile nelle aree protette
La Carta Europea per il Turismo Sostenibile (CETS) è uno strumento di gestione, assimilabile ad un percorso di certificazione, che permette alle aree protette di sviluppare forme di turismo sostenibile.
Elemento centrale della CETS è la collaborazione tra tutte le parti (pubbliche e private) interessate a sviluppare una strategia comune ed un piano d’azione per lo sviluppo turistico.
La CETS è coordinata a livello europeo da EUROPARC Federation, che gestisce la procedura di conferimento della Carta e coordina la rete dei Parchi certificati. Attualmente oltre 100 aree protette, in 16 diversi Paesi europei, hanno ottenuto la Carta.
La CETS si basa su 5 principi:
- Dare priorità alla conservazione
I Parchi nascono per proteggere la natura, il turismo al loro interno deve essere compatibile con la conservazione di habitat, piante e animali. - Contribuire allo sviluppo sostenibile
Il turismo deve considerare tutti i suoi impatti ambientali, sociali ed economici, a breve e lungo termine, e minimizzarli. - Coinvolgere tutti i soggetti interessati
Tutti devono poter partecipare alle decisioni sulla gestione del turismo e lavorare assieme per promuoverlo e svilupparlo. - Pianificare efficacemente il turismo
La gestione del turismo sostenibile va guidata da un piano di azione che definisce obiettivi e azioni condivise. - Perseguire il miglioramento continuo
Sviluppo e gestione del turismo devono ridurre gli impatti ambientali e migliorare soddisfazione dei visitatori, prosperità locale e qualità della vita.
Attraverso numerosi incontri sul territorio con privati, imprenditori, associazioni, enti pubblici saranno raccolti progetti e proposte da tutti gli operatori interessati. Contemporaneamente, grazie ai dati raccolti con specifiche indagini.
CETS e il Parco Nazionale del Vesuvio
Il Parco Nazionale del Vesuvio ha ricevuto la Certificazione CETS nel dicembre 2021, al termine di un percorso iniziato a luglio 2020 e conclusosi a maggio 2021.
Le restrizioni imposte dalla pandemia hanno impossibilitato la realizzazione di un percorso partecipativo adeguatamente strutturato. In questo contesto l’Ente Parco ha assunto un forte ruolo propulsivo nella identificazione delle scelte strategiche e nell’assunzione di responsabilità, volendo comunque avviare con decisione il processo di adesione alla CETS, superando le difficoltà di partecipazione di questa fase e puntando a rafforzare successivamente il coinvolgimento attivo di tutti i portatori d’interesse.
L’Ente Parco, vista la numerosità delle realtà economiche presenti, ed avendo costruito nel decennio precedente un rapporto di cooperazione e fiducia con gli operatori economici e sociali del territorio, ha scelto di strutturare il percorso CETS collaborando in questa prima fase con i rappresentanti di categorie e soggetti particolarmente significativi e con cui esistono rapporti e modalità di cooperazione consolidati.
Lo staff dell’Ente Parco ha realizzato iniziative singole di dialogo e scambio con i rappresentanti di questi gruppi, illustrando obiettivi e opportunità della Carta e raccogliendo opinioni esperte riguardo a punti di forza e di debolezza del territorio, le caratteristiche del turismo nell’area vesuviana e le esigenze dei turisti nell’ambito di un mercato che varia molto rapidamente e in maniera intensa, la vision (“che turismo voglio per il Vesuvio?”), gli obiettivi chiave della Strategia, una prima ipotesi di possibili azioni.
Si è costituito formalmente il Forum della CETS del Parco Nazionale del Vesuvio.
I dati raccolti in questa fase di confronto e ascolto a sono stati utili per elaborare un'analisi socio-economica del comparto turistico nell’area.
Il Parco ha al termine compiuto un lavoro finale di omogeneizzazione delle principali evidenze emerse, identificando obiettivi generali e obiettivi specifici della Strategia.
Tutto questo lavoro di raccolta dati ha portato alla elaborazione di ben 57 schede di azioni che sono state inserite nella Strategia e Piano delle Azioni (2021/2025) che è stato approvato dal Forum.
© Carlo Falanga