Venerdì 15 dicembre alle ore 17.00 le Sale 25-26 della Collezione Farnese si trasformeranno in un viaggio emotivo attraverso le fotografie di Esposito, catturando la devastazione e la rinascita del paesaggio del Parco Nazionale del Vesuvio in seguito agli incendi del 2017. Un'esperienza visiva che intreccia l'arte, la natura e la memoria, rivelando una storia di resilienza e speranza.
La mostra Vesuvio, 11 luglio 2017 presenta il progetto fotografico realizzato da Maurizio Esposito sulle pendici del Vesuvio a partire dall’11 luglio del 2017 quando un incendio travolse e distrusse numerosi ettari del paesaggio boschivo del parco Nazionale del Vesuvio che tutt’oggi rappresentano una peculiare testimonianza di biosistema in equilibrio. Coinvolto come volontario sin dai primi momenti dell’incendio per aiutare nei soccorsi, Maurizio Esposito ha successivamente avviato la sua ricerca fotografica durata oltre tre anni grazie alla quale è riuscito a registrare non solo le forme di devastazione di un paesaggio ferito ma anche un tempo che, nelle sue espressioni più latenti e inesorabili, risana i danni e parallelamente una natura che si riappropria dei suoi spazi.
La ricerca sul paesaggio e la sua rappresentazione è al centro dell’indagine che Maurizio Esposito conduce da tempo e che lo ha portato a interessarsi ai cosiddetti “paesaggi in sparizione” ovvero a quei contesti naturali dal potere evocativo - come ghiacciai o ambienti subacquei - fortemente riconoscibili nell’immaginario collettivo e che - a causa dei danni provocati dall’inquinamento, dal surriscaldamento climatico e dall’incuria dell’uomo - stanno radicalmente scomparendo.
Le fotografie di cui si compone il corpus Vesuvio, 11 luglio 2017 lasciano trapelare un sentimento personale e una storia familiare dell’autore con il paesaggio vesuviano che rendono le immagini non solo una testimonianza d’archivio ma soprattutto uno stato d’animo emozionato che, dall’esperienza del singolo, riesce ad aprirsi al percepito di un’intera comunità. Le fotografie dal grande formato hanno la capacità di avvolgere lo spettatore che risulta accolto nell’immagine, quasi come a calpestare la fauna del sottobosco e a sentirsi parte integrante e attiva del paesaggio.
Il percorso espositivo della mostra si inserisce nella Collezione Farnese ospitata nelle sale del MANN, stringendo con essa un dialogo sottile fatto di storie, testimonianze e memorie e che trova un denominatore comune nella luce; fra le ombre plastiche della scultura classica e la luce fendente che plasma il paesaggio raccontato da Maurizio Esposito. Nelle fotografie di Maurizio Esposito le forme di una natura devastata lasciano il posto a una visione poetica dove lo sguardo fatica a distinguere la cenere dalla neve, la roccia magmatica increspata dalle radici sinuose degli alberi, il dramma dalla lenta rinascita.
“Quando Maurizio Esposito ci ha proposto di patrocinare e sostenere la mostra "Vesuvio, 11 luglio 2017" – dice il Presidente dell’Ente Parco Nazionale del Vesuvio Raffaele De Luca - abbiamo subito apprezzato le potenzialità e la bellezza del progetto e per questo motivo non abbiamo esitato a concedere il nostro sostegno per la realizzazione della mostra.
Sapere che le bellissime foto di Maurizio Esposito saranno in mostra al MANN dal 15 dicembre al 19 febbraio – aggiunge il Presidente - sono motivo di grande soddisfazione e ci confermano di aver fatto la scelta giusta.
La mostra "Vesuvio, 11 luglio 2017" di Maurizio Esposito al MANN offre uno sguardo intimo sulle cicatrici e al contempo sulla bellezza del paesaggio vesuviano. Le fotografie, realizzate durante il devastante incendio che ha colpito alcune aree di pregio del Parco Nazionale del Vesuvio, sono cariche di emotività personale, e trasmettono non solo la devastazione, ma anche la delicatezza della natura nel suo processo di rinascita.
Nelle immagini di Maurizio Esposito – conclude il Presidente Raffaele De Luca - "la luce fendente" che incontra e attraversa i paesaggi è presagio e speranza di rinascita della biodiversità. Dall'incendio del 2017, il Vesuvio è rinato facendo tesoro di quella esperienza e mettendo in campo collaborazioni e interventi di rinaturalizzazione che oggi sono best practices per tantissime aree protette italiane.”
Alcune foto in mostra di Maurizio Esposito
Foto di Ludovico Brancaccio