Gli scenari del Somma-Vesuvio più suggestivi e selvaggi
L'itinerario, molto panoramico, permette di godere degli scenari del Somma-Vesuvio più suggestivi e selvaggi, attraversando Ambienti forestali, di macchia fino alla nuda roccia lavica.
Il punto di partenza è localizzato lungo la strada che dal Palazzo Mediceo di Ottaviano prosegue verso il complesso vulcanico. Una sbarra ad interdizione del traffico veicolare segna l'inizio del percorso, il primo tratto del sentiero, comune con il sentiero n. 1, si snoda lungo tornanti asfaltati, per poi trasformarsi in un sentiero sterrato.
Il paesaggio vegetale consiste dapprima in una fitta pineta di pino domestico e poi in un bosco mesofilo, con essenze quali castagno, ontano napoletano, acero napoletano, leccio, robinia. Tra gli uccelli nidificanti il minuto picchio rosso minore, raro e localizzato in Campania, ha colonizzato il Parco del Vesuvio solo di recente. Dopo oltre 1 Km di cammino in ripida salita si raggiunge il Largo Angelo Prisco dedicato al giovane finanziere assassinato dai bracconieri nel 1995 che rappresenta la meta ravvicinata.
Dal Largo si separa sulla sinistra il sentiero n. 1, mentre l'itinerario procede sulla destra in debole salita, inoltrandosi, tra svolte e tornanti, in un ombroso castagneto in cui ie numerose specie di funghi presenti emanano un'intensa e gradevole fragranza.
Dopo circa 1200 m si incontra una sbarra, a destra della quale si sviluppa una diramazione, dapprima carrabile e poi pedonale, che giunge sino alla strada che da Santa Maria di Castello ascende a Punta Nasone, connettendo, quindi, il sentiero n. 2 con il n. 3. Allo stato attuale una frana impedisce tale connessione. Il nostro percorso prosegue invece sulla sinistra, continuando lungo una fitta pineta di pino marittimo e pino d'Aleppo, a cui si aggiungono successivamente esemplari di ontano napoletano e carpino nero.
Terminato il bosco, il sentiero si apre nella vegetazione di macchia a ginestra, impreziosito dalla presenza di muri a secco di epoca borbonica. Salendo ancora per qualche tornante si raggiunge un bivio e si imbocca il tracciato di destra, che conduce, tre suggestivi scorci dei paesi vesuviani, ad un piazzale panoramico, dove è posta la meta intermedia.
Si segnala che l’interconnessione con il sentiero n. 6 “La Strada Matrone” è interdetta alla fruizione a causa di lavori in corso. Contattare l’Ente Parco per ulteriori informazioni.
Si raccomanda di prestare massima prudenza e attenzione sui sentieri, di verificare sempre le condizioni meteorologiche e di calzare scarpe adeguate.
L’Ente Parco non ha competenze in materia di sicurezza e non è pertanto responsabile di eventuali danni a persone e cose che dovessero verificarsi durante le attività di fruizione del territorio del Parco.
Si rimane senza respiro alla vista dell'imponente Punta Nasone (nord-ovest), del Gran Cono del Vesuvio (sud-ovest), dell'Atrio del Cavallo invaso dalla lava del 1944 (ovest) e, ai suoi piedi, del Canalone dell'Arena e della Valle dell'Inferno.
Curvando a sinistra si affronta un tratto in forte pendenza che ascende ai Cognoli di Ottaviano (1112 m s.l.m.) e prosegue lungo il crinale mediante una serie di spettacolari saliscendi su sabbia vulcanica, fino ad una sella (1001 m s.l.m.), da cui si corre giù attraverso un tratto assai scosceso sino alla Valle dell'Inferno.
La valle è dominata da imponenti speroni rocciosi, singolari formazioni laviche e pareti di lava rossa. E' il regno degli uccelli rupicoli, come il lucente corvo imperiale, il velocissimo pellegrino e la vivace monachella.
Il sentiero, da qui comune all'itinerario n. 1, segue il fondovalle attraversando fitti ginestreti e alla fine piega a sinistra per risalire il crinale del Cognoli di Levante, dove si ammira la più bella formazione di lave “a corda” del Vesuvio, incisa da un profondo crepaccio, abitato da numerose specie di felce.
Seguendo sulla destra la fenditura si approda al suo punto di accesso, da cui ci si può inoltrare per qualche metro nel ventre del vulcano per un'emozione unica. Il percorso pro: segue con una serie di saliscendi che conducono ad un ampio slargo (780 m s.l.m.).
Una strada ; sterrata riconduce, mediante gradevoli tratti di ginestreto e di bosco misto, al Largo Prisco, da cui si ripercorre il tracciato dell'andata sino all'ingresso, dove è posta la meta d'itinerario.
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La rete sentieristica è in fase di complessiva riqualificazione e manutenzione; alcuni sentieri potrebbero non essere dotati di cartellonistica e segnaletica. Contattare l’Ente Parco per ulteriori informazioni.
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